Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)

domenica 27 dicembre 2009

Brunetta è pazzesco!


(da Sansonetti's Blog)

Il ministro Brunetta, che è il più amato dagli italiani (infatti i colleghi del governo lo chiamano "Lorella", come la Cuccarini), oggi (ieri ndr) ha dichiarato che ci sono dei rallentamenti nel peggioramento della crisi economica, e questo lo soddisfa. E se poi ci saranno dei peggioramenti nel rallentamento del peggioramento? Oppure dei miglioramenti del rallentamento che poi sono un peggioramento del peggioramento? Oppure un peggioramento del rallentamento del miglioramento? Pazzesco!...

domenica 13 dicembre 2009

Articolo 54



Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzionee le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di ademplierle con disciplina e onore.

Costituzione della Repubblica Italiana, art. 54


Hai Capito Nano???

martedì 8 dicembre 2009

Stampa estera - Financial Time



"E' prematuro dire se Berlusconi sia davvero spacciato, di certo sta pattinando su un ghiaccio sottile. La realtà è che il suo governo sta ormai passando più tempo a occuparsi dei problemi del premier che di quelli del paese".

Financial Time

lunedì 7 dicembre 2009

PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. È una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO



Firmate l'appello

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117

domenica 6 dicembre 2009

“Sosteniamo Antonio Tabucchi” - Firma l’appello di Le Monde

Gli intellettuali a fianco dello scrittore querelato da Schifani

Il 19 novembre il quotidiano francese “Le Monde” ha pubblicato il testo dell’appello lanciato dall’editore Gallimard per Antonio Tabucchi. La pubblicazione, prevista per lunedì scorso, è stata ritardata a causa delle numerosissime firme che giungevano da vari paesi a sostegno di uno degli scrittori italiani più noti e stimati nel mondo.
Pubblichiamo in italiano l'appello di "Le Monde" e tutte le firme finora raccolte, aprendo il nostro sito alle adesioni in Italia.

da "Le Monde", 19 novembre 2009

Le democrazie vive hanno bisogno di individui liberi. Di individui coraggiosi, indipendenti, indisciplinati, che osino, che provochino, che disturbino. È così per quegli scrittori per cui la libertà di penna è indissociabile dall’idea stessa di democrazia. Da Voltaire e Victor Hugo a Camus e Sartre, passando per Zola e Mauriac, la Francia e le sue libertà sanno quanto tali libertà debbono al libero esercizio del diritto di osservare e del dovere di dare l’allarme di fronte all’opacità, le menzogne e le imposture di ogni tipo di potere. E l’Europa democratica, da quando è in costruzione, non ha mai cessato di irrobustire la libertà degli scrittori contro ogni abuso di potere e le ragioni di Stato.

Ma ora accade che in Italia questa libertà sia messa in pericolo dall’attacco smisurato di cui è oggetto Antonio Tabucchi. Il presidente del Senato italiano, Riccardo Schifani, pretende da lui in tribunale l’esorbitante somma di 1 milione e 300 mila Euro per un articolo pubblicato su “l’Unità”, giornale che, si noti, non è stato querelato. Il “reato” di Antonio Tabucchi è aver interpellato il senatore Schifani, personaggio di spicco del potere berlusconiano, sul suo passato, sui suoi rapporti di affari e sulle sue dubbie frequentazioni – questioni sulle quali costui è riluttante a dare spiegazioni. Porre domande sul percorso, la carriera e la biografia degli alti responsabili delle nostre istituzioni appartiene al necessario dovere di interrogare e alle legittime curiosità della vita democratica.

Per la precisa scelta del bersaglio (uno scrittore che non ha mai rinunciato a esercitare la propria libertà) e per la somma richiesta (una cifra astronomica per un articolo di giornale), l’obiettivo evidente è l’intimidazione di una coscienza critica e, attraverso tale intimidazione, far tacere tutti gli altri. Dalle recenti incriminazioni contro la stampa dell’opposizione, fino a questo processo intentato a uno scrittore europeo, non possiamo restare indifferenti e passivi di fronte all’offensiva dell’attuale potere italiano contro la libertà di opinione, di critica e di interrogazione. Per questo testimoniamo la nostra solidarietà a Antonio Tabucchi e vi chiediamo di unirvi a noi firmando massicciamente questo appello.

http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391119

venerdì 23 ottobre 2009

Stampa Estera - The Economist



Senza giudizio.

Dopo la sentenza della corte costituzionale che boccia il
lodo Alfano Silvio Berlusconi è andato su tutte le furie.
Ma ora, sbollita la rabbia, sta cercando di recuperare lo
svantaggio. E ha dichiarato che bisogna prendere il toro
per le corna e riformare la costituzione. Sono due le
ragioni per cui vorrebbe intervenire sulla carta
costituzionale: recuperare l'immunità dai processi ed
estendere l'influenza dell'esecutivo sulla magistratura.

The Economist, Gran Bretagna

mercoledì 14 ottobre 2009

I nuovi comunisti


Riprendo integralmente un articolo di Famiglia Cristiana. consapevole che anche in questo caso il premier "tuonerà" al complotto comunista.

Famiglia Cristiana: Il Cavaliere contro tutti e al di sopra di tutto

di Beppe Del Colle, da Famiglia Cristiana, 18 ottobre 2009

Fra le due più notevoli notizie della scorsa settimana, una ha avuto il massimo di esposizione sui media: la bocciatura del "lodo Alfano" da parte della Corte costituzionale; l’altra è stata pubblicata in qualche pagina interna, o del tutto ignorata dai Tg: tre milioni di persone vivono in Italia sotto la soglia di povertà alimentare, fissata fra i 233 e i 252 euro al mese di spesa per comprarsi da mangiare al Nord, fra i 207 e i 233 al Centro e tra i 196 e i 207 al Sud.

La differenza fra la diffusione delle due notizie si spiega fin troppo facilmente. La prima offriva ai giornalisti e ai politici l’ennesima occasione per schierarsi pro o contro Berlusconi. La seconda induceva a ricordarsi che in Italia ci sono migliaia di persone che ogni giorno perdono il posto di lavoro (il che costituisce nel 60 per cento dei casi la ragione principale della caduta sotto la soglia della povertà alimentare, soprattutto fra le famiglie con tre o più figli) e molto probabilmente non leggono giornali. Perché parlarne?

Così il Cavaliere è stato ancora una volta al centro di tutto, e lo sarà quasi certamente almeno fino al termine della presente legislatura perché, come egli stesso ripete a ogni occasione, è "l’eletto del popolo", e ciò gli consente l’intangibilità concreta totale, checché si dica alla Consulta, nei tribunali, in Parlamento, sui giornali. Si tratta di un principio ignoto in una qualsiasi democrazia liberale dalla fine delle monarchie assolute, ma ribadito ogni giorno all’opinione pubblica italiana.

La bocciatura del "lodo Alfano" è stata commentata dai sostenitori di Berlusconi come il frutto di una "presa in giro", di un "inganno comunista", di una contraddizione con la precedente sentenza della stessa Corte a proposito del "lodo Schifani", la sospensione dei procedimenti giudiziari in corso nei confronti delle maggiori cariche istituzionali.

La contraddizione consisterebbe nella presenza, nel giudizio di incostituzionalità per il "lodo Alfano", dell’articolo 138 della Costituzione, che mancava invece in quella per il "lodo Schifani" (in quell’articolo si afferma che per modificare la Carta è necessaria una maggioranza qualificata in Parlamento). I difensori della decisione attuale della Consulta hanno fatto notare che anche l’altra volta l’articolo 138 era implicito, anzi assorbito come "ogni altro profilo di illegittimità costituzionale" in quello disegnato nell’articolo 3 – citato in entrambe le sentenze –, in virtù del quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Come che sia, nulla ha impedito a Berlusconi di rispondere con estrema decisione, in tutti i toni (anche la volgarità contro Rosy Bindi) non solo ai critici interni, ma anche alla stampa straniera, e infine contro il presidente della Repubblica.

Il premier è stato polemico con tutti e tre i capi dello Stato con i quali ha avuto a che fare: Scalfaro, Ciampi e Napolitano, che sintetizzano le tre culture politiche alla base della Costituzione del 1948, cattolico-democristiana, laica-liberalerepubblicana e socialcomunista.

Di quale cultura politica sia sintesi Silvio Berlusconi non è facile capire: dai progetti di riforma che va annunciando si può intravedere qualche forma inedita di presidenzialismo plebiscitario indenne da censure istituzionali. A cominciare dalla Giustizia.

lunedì 12 ottobre 2009

Stampa Estera - Le Monde





Berlusconi vuole indebolire lo stato per salvarsi

In sei mesi Silvio Berlusconi ha subìto tre sconfitte. La
prima riguarda la sua immagine di statista, rovinata dal
fatto di essere stato beccato con una diciottenne o con
delle prostitute. La seconda riguarda il suo portafoglio,
dopo la condanna a un risarcimento di 750 milioni di euro
nel processo Mondadori. La terza riguarda il suo futuro
giudiziario. Dopo la sentenza della Corte costituzionale,
Berlusconi si prepara, con il suo stuolo di avvocati, a
prendere tempo finché i reati che gli si imputano non
cadranno in prescrizione. Ma il prezzo della sua
sopravvivenza è molto alto. Per le istituzioni, lo stato,
la costituzione e la democrazia italiana.

Le Monde, Francia

venerdì 9 ottobre 2009

Stampa Estera - La Libre Belgique



Sotto tiro a Bruxelles.

"Alcuni valori vanno difesi al di là degli interessi delle
singole nazioni". Con queste parole il belga Guy
Verhofstadt è intervenuto al parlamento europeo per
difendere la libertà d'informazione, messa in pericolo in
Italia dal premier Silvio Berlusconi. L'8 ottobre gli
eurodeputati, riuniti a Bruxelles, hanno partecipato a un
dibattito vivace sulla concentrazione dei mezzi
d'informazione in Italia e sulla figura di Berlusconi.
Socialisti, verdi e liberali pensano che l'Unione europea
dovrebbe reagire, emanando una direttiva sulla
concentrazione dei mezzi d'informazione.

La Libre Belgique, Belgio

mercoledì 7 ottobre 2009

Stampa Estera - Financial Times (GB)



"Le accuse di corruzione possono anche non avere immediate conseguenze legali per Berlusconi ma danno la sensazione di un premier sotto assedio, protetto solo dalla sua influenza sui media, dalla sua ricchezza personale e dall'immunità giudiziaria."

Financial Times

martedì 6 ottobre 2009

VERGOGNA!!!



Sono perplesso e deluso dal comportamento dei nostri dirigenti di partito (PD) e parlamentari a seguito dello scandaloso comportamento da loro tenuto in fase di votazione sull'incostituzionalità dello scudo fiscale.
Non è questo l'esempio da dare!
... bravi a predicare contro Dipietro e Grillo ma state attenti che da loro dovreste imparare forse più di quello che credete!

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

giovedì 1 ottobre 2009

Stampa Estera - The Economist



«Libertà di stampa in pericolo»

«È dai tempi di Mussolini che non si aveva un governo italiano che interferisse con i media in maniera così lampante e allarmante. I giornalisti, e gli altri italiani, hanno ogni motivo per protestare».

L'Economist dedica alla situazione dell'informazione in Italia un articolo in cui si ripercorre la cronaca degli ultimi mesi, dalle richieste di risarcimento avanzate dal premier Silvio Berlusconi a «l'Unità» e a «Repubblica», fino al caso 'AnnoZero' e alla manifestazione per la libertà di stampa indetta per sabato 3 ottobre.

I giudizi del settimanale britannico sono particolarmente severi: l'Italia di Silvio Berlusconi si sta allontanando dall'Europa occidentale per somigliare alle più deboli democrazie dell'est. Poi, la manifestazione del 3 ottobre è stata indetta per difendere la libertà dei media non da una lontana dittatura, ma proprio in Italia. E, ancora, le 'ordinanze' di Berlusconi sembrano parte di un progetto per spazzare via le ultime enclavi ribelli rimaste in Italia.

giovedì 24 settembre 2009

Stampa Estera - Financial Times (GB)



Disaccordo sullo scudo fiscale.

Il senato italiano ha approvato un emendamento che allarga
le maglie dello scudo fiscale, il progetto di legge per il
rimpatrio dei capitali trasferiti illegalmente all'estero.
Durante le votazioni i senatori del centrosinistra sono
usciti dall'aula in segno di protesta contro l'emendamento:
secondo loro, il governo sta cercando di far passare una
vera e propria sanatoria. La proposta ora torna alla
camera. Se venisse approvata in via definitiva, sarebbe la
terza amnistia del genere concessa da un governo
Berlusconi.

Financial Times, Gran Bretagna

lunedì 21 settembre 2009

Il razzismo dilagante e i nuovi "cattivi maestri" in camicia verde




È pericoloso trascurare le notizie che invitano alla riflessione. Nell'ultima settimana: un gruppo di leghisti in eccitazione etilica post raduno padano aggredisce vigliaccamente un albanese, colpevole di fare il suo dignitoso lavoro, di pagare tasse e contributi. Un paziente ricoverato in ospedale, sia pure con la scusante di una alterazione da farmaci o da stress per una dolorosa degenza, insulta l'infermiera di colore (bravissima) al grido “Ha ragione Bossi, dovete andarvene tutti a casa vostra” Un parroco del cittadellese, redarguito dalla Lega per aver criticato la disumanità dei provvedimenti di respingimento in mare fa presente che non può tacere di fronte al fatto che bambini dicano in classe: “Bisognaria coparli tutti, negri bastardi”. Sentono a casa, e ripetono.

Chi è a contatto con il mondo della scuola sa che in certe zone del Veneto purtroppo queste affermazioni non sono un'eccezione. A proposito: che si ponga un limite alla presenza di stranieri nelle classi va bene: occorre che la comunità educativa sia equilibrata e sostenibile. Ma il Ministro Gelmini dovrà capire che per raggiungere questo giusto obiettivo occorrono classi meno numerose e più insegnanti, esattamente il contrario di ciò che sta facendo, a meno che non si pensi di privare del diritto allo studio, garantito dalla Costituzione, bambini che hanno la sola colpa di non essere nati in Italia o di essere nati in Italia da genitori stranieri.

Per carità; i dirigenti della Lega hanno preso le distanze dagli episodi che ho richiamato (e molti altri potrebbero essere ricordati). È un passo in avanti, perchè in passato erano magari dirigenti della Lega a insultare il prossimo. Tuttavia la responsabilità c'è tutta: si eccitano paure, si invita al disprezzo del diverso, si indicano nemici, si vuol fare pulizia... Tutte cose che fanno prendere voti (oggi) ma che preparano il terreno a sentimenti xenofobi, a scontri etnici, ad una frattura gravissima della società veneta. Esattamente come i “cattivi maestri” del '68: parlavano, teorizzavano, poi qualcuno li ha presi sul serio e hanno pagato in tanti: operai, magistrati, uomini delle forze dell'ordine, giornalisti... Giovani che hanno rovinato la propria vita, oltre a quella del prossimo.

Ci pensino i leghisti, proprio per le responsabilità che una parte di elettori hanno loro affidato.

Uno dei fattori dell'incredibile successo veneto è stata la presenza di una forte tenuta sociale delle comunità, di un diffuso sentimento di solidarietà, del buon funzionamento di reti di integrazione. Se viene meno questa risorsa comunitaria il Veneto arretra, affonda in paure e rancori che ci separano dal futuro.

Sappiamo bene che non ci sono solo i problemi della sicurezza in senso proprio; esiste un disagio che nasce dal degrado delle comunità che si accompagna ad una immigrazione disordinata, che entra in competizione con le aspettative di cittadini italiani, perchè è inadeguata la crescita di adeguati servizi sociali e delle necessarie infrastrutture. Un disagio che nasce semplicemente dalla difficoltà di convivere con culture ed abitudini diverse.

Tuttavia Zanonato ha dimostrato (e con lui tanti altri sindaci non solo di centrosinistra) che si può essere rigorosissimi nel pretendere il rispetto delle leggi e del decoro urbano senza per questo dimenticare i diritti di tutti e il rispetto per chi viene a lavorare in Italia. Ha vinto pur avendo sostenuto l'impopolare concetto che il diritto ha professare la propria fede è un diritto che va garantito, anche se la parola “moschea” suscita diffidenze e timori in molti cittadini.

Pensiamo con lungimiranza al nostro futuro: predicare odio e rancore prepara una società conflittuale in cui si spegne la ragione. E a pagare sarebbero sempre i più poveri e i più deboli, indipendentemente dalla nazionalità e dal colore della pelle.

* senatore e segretario del Pd veneto

domenica 20 settembre 2009

Veneto - Altro Strappo PDL - Lega sul Nucleare


A conferma, se mai ce ne fosse bisogno della coerenza dei nostri (non miei) amministratori regionali veneti, riporto una sintesi dell'ultimo Consiglio Regionale avente tra le altre,

una mozione del centrosinistra che chiedeva al consi­glio di esprimere un pronun­ciamento contrario all’ipotesi nucleare e comunque di sotto­porre la questione a un refe­rendum popolare
;

alla la domanda:
" Il Consiglio Regionale è favorevole o contrario all'installazione di un eventuale centrale nucleare in territorio Veneto, come da disponibilità più volte ribadita dal governatore Galan?".
Risposta: ...mah, un po’ sì e un po’ no, per carità niente contro la ricerca scientifica ma è meglio se la fanno da un’altra parte.

Conclusione:
il PDL per non sputtanarsi ha votato contro la mozione del centrosinistra in linea con le idee del "governatore" ma la lega (sempre capace di farsi carico delle proprie responsabilità........) si è opportunamente astenuta prendendo posizione di fatto contraria a quella degli "alleati".

E Galan che tipo di intervento ha fatto a seguito di questo grave strappo?
Era alla fiera del riso di Isola della Scala (VR)!!!!!!!!

La striscia rossa

"I soliti insulti di Brunetta mi hanno confermato la convinzione che l'unica "brunetta" che merita rispetto è quella dei Ricchi e Poveri."
Dario Franceschini su Twitter

sabato 19 settembre 2009

Don Berlusconi...

venerdì 18 settembre 2009

Stampa Estera - The Times

Berlusconi potrebbe dimettersi.

Se la corte costituzionale boccerà il lodo Alfano (la legge
che prevede la sospensione dei processi nei confronti delle
quattro più alte cariche dello stato), il presidente del
consiglio Silvio Berlusconi potrebbe dimettersi. Lo afferma
l'avvocato generale dello stato Glauco Nori nella memoria
depositata alla corte costituzionale, a nome di Berlusconi,
per difendere il provvedimento. Secondo Nori, il lodo Alfano
è legittimo e necessario perché le eventuali accuse di
corruzione contro il premier "limiterebbero la sua capacità
di guidare il paese". La corte esaminerà il 6 ottobre le
eccezioni di incostituzionalità sollevate contro il lodo.

The Times, Gran Bretagna

lunedì 14 settembre 2009

Anno Zero

Il Regime Mediatico



Non bastava (ovviamente) "Anno Zero", ora il "regnante nano" colpisce Ballarò.
Martedì infatti, uno speciale di "Porta a Porta" in prima serata dedicato alla consegna delle prime nuove case in Abruzzo, farà slittare la prima puntata della nuova stagione di Ballarò.
Non basta infatti che il fido Vespa (sempre attento a non mettere in imbarazzo il suo "datore di lavoro" con domande scomode...) ospiti il "nano", bisognava oltre questo oscurare la possibile concorrenza televisiva in modo da concedere al "capo dei capi" un momento di promozione a reti "quasi unificate".
Insomma una televendita praticamente perfetta.
Una decisione senza precedenti che conferma, come se fosse ancora necessario, che l'Italia si trova in una condizione di regime mediatico.
Sicuramente la consegna delle case in Abruzzo merita risalto, ma è intollerabile chiudere tutte le altre trasmissioni che possano allontanare i telespettatori dalla "santificazione" del Sovrano.

Questa è la RAI del nano con il suo canone che ormai è diventato una tassa sul conflitto di interesse

domenica 13 settembre 2009

Stampa Estera - "Le Monde"


La striscia rossa:
"Berlusconi rischia di mettere in competizione l'Italia con Corea con Corea del nord e Russia nel campo della libertà d'informazione. Si dice il miglior premier degli ultimi 150 anni ma agli occhi di buona parte dell'opinione internazionale può diventare il peggiore."

Le Monde - Francia

Berlusconi Fascista


Iniziare un ragionamento su quella che è la situazione che stiamo tutti vedendo e vivendo in questi giorni riguardo il degrado fisico e mentale del premier italiano è cosa alquanto difficile. Da qualsiasi punto si voglia analizzare la questione il risultato poi non cambia, e cioè che non è tollerabile in nessun paese civile che ci si possa permettere atteggiamenti e comportamenti quali quelli del "nano" Berlusconi e dei suoi "lecca-culo" direttori di giornali nazionali.
Tutto ciò che non riesce a comprare con il suo sterminato patrimonio Berlusconi lo distrugge.

Continuare a tollerare questo essere diabolico è segno di una democrazia ormai quasi definitivamente compromessa.

Ribaditi questi concetti oggettivamente elementari, non resta che determinare come porvi rimedio.
Credo che la piazza sia necessaria in questo frangente;
questo però non basta.
E' indispensabile che ogni cittadino democratico cominci a farsi carico delle proprie responsabilità e che guardi con coscenza al bene del proprio paese.

Fino a che punto dovrà spingersi il "piccolo fascista" per far insorgere il popolo?
Per quello che mi riguarda questo limite è già stato superato da tempo.
Il "nano" sta dichiaratamente sulle balle a tutti:
  • Al Vaticano
  • Agli Agnelli
  • A Moratti
  • Ai Sindacati
  • Al suo delfino Fini
  • A sua moglie
  • Ai suoi compagni di partito
  • Ai terremotati Abruzzesi
  • Ai giornalisti Internazionali
  • Ad Obama
  • Alla Commissione Europea
  • Alla maggioranza degli Italiani
Ma lui asserisce di essere meglio di Alcide De Gasperi

Io penso che solo una cosa si può aggiungere a questo ragionamento:

CHE GRANDE FACCIA DA CULO!!!!!!

giovedì 10 settembre 2009

Stampa Estera - Le Monde

Berlusconi e la strategia della tensione.

La decisione di Berlusconi di querelare per diffamazione i
quotidiani La Repubblica e L'Unità porta alle estreme
conseguenze una strategia intimidatoria lanciata già
all'indomani del suo ritorno al governo. Visto lo scarso
successo di queste minacce, Berlusconi ha inaugurato la
seconda fase della sua offensiva contro la stampa. Ma per
il presidente del consiglio questa battaglia può essere
molto più pericolosa di quanto crede.

Le Monde, Francia

Termovalorizzatore Ca del Bue




venerdì 4 settembre 2009

giovedì 3 settembre 2009

Come i fascisti

mercoledì 2 settembre 2009

Stampa Estera - "Libèration"



Berlusconi contrattacca.


Occhio per occhio, fango per fango. Dopo essersi rifiutato

ostinatamente di rispondere alle domande sulla sua vita

privata, Silvio Berlusconi è passato al contrattacco.

Grazie al suo impero economico e mediatico, il presidente

del consiglio italiano ha cominciato a rimestare nel

torbido per attaccare chi gli chiede conto delle sue

azioni.


Libération, Francia

Stampa Estera - "Libèration"



La striscia rossa:
"I metodi di Berlusconi mi ricordano quelli di Putin... Mostra un disprezzo assoluto delle regole democratiche, è infastidito da ogni manifestazione di opposizione".
Laurent Joffrin, direttore di "Libération", 31 agosto

giovedì 27 agosto 2009

La RAI di regime




( da "la Repubblica.it)

Riporto testualmente un articolo di "Repubblica" di oggi, scusandomi se in questo frangente non sono in grado di commentare ed esprimere la mia opinione a riguardo, ma lo "schifo" e lo "sdegno" prevalgono su qualsiasi altra considerazione.

La Rai rifiuta il trailer di Videocracy "E' un film che critica il governo"

di Maria Pia Fusco

ROMA - Nelle televisioni italiane è vietato parlare di tv, vietato dire che c'è una connessione tra il capo del governo e quello che si vede sul piccolo schermo. La Rai ha rifiutato il trailer di Videocracyil film di Erik Gandini che ricostruisce i trent'anni di crescita dei canali Mediaset e del nostro sistema televisivo. "Come sempre abbiamo mandato i trailer all'AnicaAgis che gestisce gli spazi che la Rai dedica alla promozione del cinema. La risposta è stata che la Rai non avrebbe mai trasmesso i nostri spot perché secondo loro, parrà surreale, si tratta di un messaggio politico, non di un film", dice Domenico Procacci della Fandango che distribuisce il film. Netto rifiuto anche da parte di Mediaset, in questo caso con una comunicazione verbale da Publitalia. "Ci hanno detto che secondo loro film e trailer sono un attacco al sistema tv commerciale, quindi non ritenevano opportuno mandarlo in onda proprio sulle reti Mediaset". A lasciare perplessi i distributori di Fandango e il regista sono infatti proprio le motivazioni della Rai. Con una lettera in stile legal-burocratese, la tv di Stato spiega che, anche se non siamo in periodo di campagna elettorale, il pluralismo alla Rai è sacro e se nello spot di un film si ravvisa un critica ad una parte politica ci vuole un immediato contraddittorio e dunque deve essere seguito dal messaggio di un film di segno opposto. "Una delle motivazioni che mi ha colpito di più è quella in cui si dice che lo spot veicola un "inequivocabile messaggio politico di critica al governo" perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese alternate ad immagini di Berlusconi", prosegue Procacci "ma quei dati sono statistiche ufficiali, che sò "l'Italia è al 67mo posto nelle pari opportunità"".
A preoccupare la Rai sembra essere questo dato mostrato nel film: "L'80% degli italiani utilizza la tv come principale fonte di informazione". Dice la lettera di censura dello spot: "Attraverso il collegamento tra la titolarità del capo del governo rispetto alla principale società radiotelevisiva privata", non solo viene riproposta la questione del conflitto di interessi, ma, guarda caso, si potrebbe pensare che "attraverso la tv il governo potrebbe orientare subliminalmente le convinzioni dei cittadini influenzandole a proprio favore ed assicurandosene il consenso". "Mi pare chiaro che in Rai Videocracy è visto come un attacco a Berlusconi. In realtà è il racconto di come il nostro paese sia cambiato in questi ultimi trent'anni e del ruolo delle tv commerciali nel cambiamento. Quello che Nanni Moretti definisce "la creazione di un sistema di disvalori"". Le riprese del film, se pure Villa Certosa si vede, è stato completato prima dei casi "Noemi o D'Addario" e non c'è un collegamento con l'attualità. Ma per assurdo, sottolinea Procacci, il collegamento lo trova la Rai. Nella lettera di rifiuto si scrive che dato il proprietario delle reti e alcuni dei programmi "caratterizzati da immagini di donne prive di abiti e dal contenuto latamente voyeuristico delle medesime si determina un inequivocabile richiamo alle problematiche attualmente all'ordine del giorno riguardo alle attitudini morali dello stesso e al suo rapporto con il sesso femminile formulando illazioni sul fatto che tali caratteristiche personali sarebbero emerse già in passato nel corso dell'attività di imprenditore televisivo". "Siamo in uno di quei casi in cui si è più realisti del re - dice Procacci - Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Berlusconi come "Viva Zapatero" o a "Il caimano", che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. E il governo era dello stesso segno di oggi. Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l'Italia è cambiata".

venerdì 21 agosto 2009

Cervelli in affitto



In Italia parliamo sempre troppo spesso (purtroppo) della "fuga di cervelli", evidenziando una situazione deplorevole e assurda che costringe i nostri giovani e brillanti ricercatori ad espatriare per potere trovare le condizioni necessarie a svolgere il loro prezioso lavoro.
Esiste però, a mio avviso, un altro grave fenomeno di enorme gravità, che impatta ancor più drammaticamente sulla nostra società, e cioè i

"cervelli in affitto".

Milioni di italiani infatti, delegano la gestione delle proprie facoltà mentali a un uomo piccolo e basso che si fa chiamare premier ,anziché duce come più gli calzerebbe, che porta i rialzi nelle scarpe con la stessa disinvoltura con cui abusa di Viagra.

Più volte infatti, almeno per quel che mi riguarda, si incappa in donne e uomini che presi da una sorta di "fanatismo" non danno segno di alcuna attività neurologica quando si tratta di analizzare aspetti della loro (e nostra) vita quotidiana che vengono abusivamente e impropriamente gestiti da un piccolo uomo di nome berlusconi.

Queste persone parlano ed espongono il loro "punto di vista" utilizzando frasi fatte e slogan pronunciate, confezionate per loro dal regime; hanno probabilmente ricevuto per posta da silvio un "breviario" che possa essere consultato per districarsi (in malo modo) da ogni situazione.
Bisogna cercare di intervenire per risolvere questo problema, in quanto sicuramente questi nostri concittadini che affittano il loro cervello (peraltro senza incassare nessun canone di locazione) non si trovano in una situazione irreversibile, ma semplicemente, passano troppo tempo davanti alla tv;
impegniamoci ad aiutarli, a farli uscire di casa, a fargli vedere cosa succede nelle strade pattugliate dalle ronde, oppure facciamogli vedere la bandiera tricolore, oppure ancora portiamoli a conoscere chi ha un lavoro precario o che addirittura non ne ha o lo sta perdendo.

In conclusione credo che, a prescindere dal colore politico, vivere la realtà che ci circonda con spirito critico e di analisi possa portare del buono per tutti, anche se agire in questo modo richiede sicuramente più impegno che stare seduti davanti la tv.

domenica 9 agosto 2009

domenica 2 agosto 2009

2 agosto 1980: Strage di Bologna . Dopo 29 anni ancora nessun rispetto per le vittime

(Tratto da "Articolo 21")

“Per non dimenticare” è quello che ogni bolognese, che ogni cittadino, che crede nella democrazia dovrebbe dire a sé stesso, aggiungendo: “Domenica 2 agosto sarò nel corteo che da piazza Nettuno, passando per via dell’Indipendenza, raggiungerà piazza Medaglie d’Oro, quella della stazione di Bologna dove ventinove anni fa, alle ore 10,25, persero la vita 85 persone e 200 furono i feriti”. Il nostro paese ha la memoria corta e la politica aiuta gli italiani a dimenticare. Lo si sta facendo su tutto ciò che divide a cominciare dalla Resistenza con i molteplici tentativi di far diventare i fascisti di Salò, che dopo l’8 settembre ’43 si unirono ai nazisti di Hitler, uguali ai partigiani che invece morirono per liberare l’Italia dagli oppressori. Lo scorso 25 aprile, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che da ventinove anni non riesce a trovare un po’ del suo tempo per essere a Bologna il 2 agosto insieme all’Associazione dei famigliari delle vittime (basterebbe una festa in meno a villa Certosa o un incontro in meno con una delle tante escort), ha proposto di sostituire la parola Liberazione con libertà, in disprezzo della storia. L’Italia della memoria e dell’orgoglio gli ha risposto, giustamente, con una pernacchia.
Commemorare tutte le vittime del terrorismo e delle stragi va ben oltre al valore del ricordo. Serve ai giovani, a quelli che non erano nati quando accaddero i fatti, che devono sapere che da noi, dal dopo guerra ad oggi, vi sono state 14 stragi, tutte rimaste senza mandanti nonostante che il fine politico sia sempre stato evidente. Quella della menzogna e dell’omertà, come più volte denunciato dal presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime Paolo Bolognesi, è una strada che paga.
Una recente inchiesta tra i giovani bolognesi (studenti universitari e non) ha dimostrato che la maggior parte pensa che a mettere la bomba alla stazione siano state le Brigate rosse. Nel 1990 il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga contestò la dicitura sulla lapide “Vittime del terrorismo fascista”.
Gli innumerevoli processi, dopo anni di indagini, hanno individuato che le responsabilità appartengono a neofascisti, alla loggia massonica P2 e ai Servizi segreti. I nomi: Licio Gelli, il faccendiere Francesco Pazienza, gli ufficiali del SISMI, Musumeci e Belmonte, tutti condannati per depistaggio e tutti liberi. Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (l’unico in carcere perché condannato solo nel 2007), neofascisti dei Nar, sono gli esecutori materiali della strage. Da qualche anno a questa parte esce ciclicamente il tentativo di assolvere i neofascisti dall’essere stati gli esecutori materiali della strage, l’ultimo è avvenuto recentemente quando la magistratura italiana ha per la prima volta interrogato il terrorista Carlos, detto lo Sciacallo, il cui vero nome è Ilich Ramirez Sanchez. Le sue parole: “La strage del 2 agosto non è opera né dei rivoluzionari, né dei fascisti, l’Italia è una semi colonia degli Stati Uniti …”. In sostanza nessun nome, solo parole al vento. Vorrei ricordare a quei giovani che non sanno chi sono i neofascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro (e che, nonostante i complessivi 17 ergastoli, girano tranquillamente liberi per le strade di Roma), alcuni nomi delle loro tante vittime: Roberto Scialabba, Mario Amato, Maurizio Arnesano, Francesco Mangiamelli, Enea Condotto, Antonio Leandri, Luigi Maronese, Marco Pizzari, Francesco Straullu, Ciriaco Di Roma, Alessandro Caravillani. La maggior parte di questi freddati con colpi sparati a bruciapelo.
Lo scorso anno per il governo intervenne il ministro Rotondi disse che in democrazia tutte le opinioni «sono uguali ed hanno gli stessi diritti il democristiano come l’anti, il berlusconiano o l’anti, il comunista o l’anti, ma l'antifascismo non è una opinione, è una ragione costitutiva della nostra democrazia». Dimenticando che il presidente del consiglio è Silvio Berlusconi “fratello” tessera P2 numero 1816, di cui Licio Gelli (condannato per depistaggio nella strage) ha detto a proposito della sua iniziazione: “Avvenne nel 1977, nella sede di via Condotti. C’erano anche Gervasio e il medico Fabrizio Trecca, che erano un po’ i capofila del raggruppamento riservato agli operatori dei mass media. Lo stesso che riuniva tutti i giornalisti iscritti. Finita l’iniziazione gli consegnammo i guanti, il grembiule e una tessera di Apprendista. Sbagliando: perché doveva essere da Maestro. Berlusconi ce la mandò indietro e noi gliela cambiammo, allegando una lettera di scuse”.
Sulla sua iscrizione il premier nel 1990 fu condannato dalla Corte di Appello di Venezia per aver giurato il falso davanti al tribunale di Verona.
Il 2 agosto è il giorno anche delle false promesse da parte dei governi: non è ancora stata pienamente applicata la legge 2006 del 2004 sulle vittime del terrorismo e delle stragi. L’ultima polemica in ordine di tempo, denuncia fatta da Paolo Bolognesi, riguarda le pensioni di invalidità per i feriti: “Fino ad oggi l’Inps non ha applicato la legge. E il governo anziché fargliela applicare ha chiesto un parere al Consiglio di Stato. Il risultato è stato che l’Istituto di previdenza dei dipendenti pubblici ha revocato una sua precedente decisione rendendo provvisorie le pensioni definite d’invalidità all’80% erogate dal 2006”.
Ancora una volta nessun rispetto per le vittime.


venerdì 31 luglio 2009

Il potere della Televisione



Torno ad esprimere una mia riflessione sul problema dell'informazione nel nostro Paese, a seguito di uno studio del Censis (Centro studi investimenti sociali) da poco finito di leggere e che di seguito vi riporto:
"durante l'ultima campagna per le europee e le amministrative, il 69,3% degli elettori si è formato la propria opinione attraverso i notiziari e i telegiornali. Questa percentuale sale ulteriormente fra i meno istruiti (76%), i pensionati (78,7%) e le casalinghe (74,1%).
Al secondo posto troviamo i programmi di approfondimento giornalistico della stessa televisione (30,6%). Segue la carta stampata che è stata determinante per il 25,4% degli elettori e quindi internet con appena il 2,3%."

Ognuno di noi a seguito di questi dati può esprimere la sua considerazione; la mia è quella che porta a dire che purtroppo in Italia la democrazia è in serio pericolo, paragonabile, a mio avviso, alla situazione di un golpe.

L'art. 1 della costituzione di fatto potrebbe provocatoriamente recitare:
"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sulla televisione. La sovranità appartiene a chi possiede la televisione, e la esercita come gli pare".

Questa situazione deve far riflettere tutti noi cittadini Italiani e soprattutto i leader del centrodestra che, a mio avviso, non riscuoterebbero lo stesso consenso attuale senza l'appoggio determinante delle televisioni e dei giornali controllati dal loro padrone.

Basterebbe in fondo risolvere solo il conflitto di interessi in capo al nano che la situazione del nostro paese cambierebbe, o più importante ancora, dando il dovuto rispetto anche agli elettori di idee diverse dalle mie, risulterebbe una competizione sicuramente più corretta e leale.





giovedì 30 luglio 2009

mercoledì 29 luglio 2009

La ricostruzione in Abruzzo

I primi inganni del Maxi Decreto N° 39/2009 sulla ricostruzione in Abruzzo, si palesano. Prima di tutto agli Abruzzesi, ed i Media nazionali continuano ad occultare notizie ed informazioni preziose a tutti i cittadini italiani, relativamente al post sisma. Si deve infatti riflettere su un punto. Se da un lato in questo caso abbiamo i protagonisti passivi del fatto – i terremotati – è necessario pensare che, ogni terremotato abruzzese potevamo o potremmo un giorno essere noi. Con la conseguenza di ritrovarci nelle stesse identiche condizioni dei nostro connazionali che attualmente hanno un bel da fare per far si che vengano riconosciute loro, dignità ed accuratezza delle operazioni di ricostruzione.

Il punto in questione, è la nota dolente relativa agli stanziamenti per la ricostruzione. Ricordo ai lettori che, pur con promesse verbali di ben otto miliardi per la ricostruzione in Abruzzo, da parte del mondo politico, la realtà dei fatti palesa – all’interno del Decreto in questione – una somma di circa cinque miliardi, da trovare e da utilizzare da qui al 2032. C’è poco da scialare e da dormire sonni tranquilli.

Questi stanziamenti appunto, sembra che dovranno intanto esser messi dagli stessi terremotati. Per intero. Che potranno poi, richiedere allo Stato il risarcimento delle somme utilizzate per ricostruire il proprio immobile distrutto dal sisma e tramite presentazione di una serie di documenti.

Appare incredibile ma nella sua bizzarria, questa è la realtà dei fatti. Il denaro promesso come si dubitava, non c’è nelle casse dello Stato, che forse sperava davvero in un extra gettito fornito da ulteriori giochi di fortuna, come gratta e vinci e simili, così come si legge nel Decreto N°39.

Nel documento firmato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Guido Bertolaso, relativo alle norme per l’esecuzione degli interventi, si legge infatti che i cittadini dovranno presentare: “documenti di spesa costituiti da: computo metrico estimativo redatto sulla base del prezziario regionale; fatture di pagamento; documenti attestanti l’avvenuto pagamento delle fatture (unico valido è la copia del bonifico)” ed inoltre “rapporto fotografico dello stato post-operam e delle fasi lavorative, con relativa planimetria in cui sia indicato il punto di vista di ciascuna immagine fotografica”.

All’atto pratico, i terremotati dovranno prendersi cura a loro spese della ricostruzione dell’immobile disastrato, pagare quindi ogni fattura ed esibire poi la documentazione per intero, comprese fatture pagate e certificazione di agibilità da parte dell’Impresa edile costruttrice. Ed attendere poi, la restituzione degli importi pagati, ammesso che lo Stato sia poi in grado di aprire i cordoni della borsa al momento opportuno per risarcire tutti.

C’è da aggiungere peraltro, che molte persone che hanno subito gravi danni strutturali all’abitazione, stavano pagando – al momento del sisma – un mutuo proprio per pagare l’immobile acquistato. Con questa decisione quindi, non si fa altro che aggiungere danno al danno. In molti, hanno visto crollare in pratica, un debito da pagare. Oggi si ritrovano a pagarlo tre volte.

Questa nota dolente, va ad aggiungersi peraltro ad un’altra. Ad oggi, non è stato definito nulla di nuovo relativamente la decisione già presa relativamente al fatto che, i cittadini abruzzesi debbano riprendere a pagare regolarmente le tasse a partire da gennaio 2010. Appena otto mesi di tempo per respirare. In una regione in cui, moltissime attività commerciali, industriali e di servizi, sono ferme dal 6 Aprile, giorno del terribile sisma.

In altri casi, in altri terremoti, lo Stato ha garantito un lasso di tempo più ampio, proprio in virtù del fatto che, al disagio della distruzione non venisse fatto carico ai cittadini straziati dal sisma anche quello delle gabelle da tornare a pagare, prima ancora di riassestarsi economicamente attraverso la ripresa del lavoro.

Nel bailamme dei fatti e degli eventi che tengono incollati i cittadini italiani alla televisione ed alla lettura delle testate nazionali, grande è la confusione normativa e grande la non corresponsione di realtà alle garanzie date verbalmente.

Questo disastro naturale, sta svelando un disastro che promette di divenire ancor più grave. La totale mancanza di concretezza e sostegno da parte dello Stato nei confronti dei cittadini, che una volta in più, stanno vivendo una società aberrante che trascende le fondamentali necessità umane e da ampio respiro ad azioni nettamente contrarie in ordine di dignità e Democrazia.

Parlarne senza mai perdere il controllo della situazione, è un dovere che noi giornalisti non possiamo permetterci di dimenticare.


(Tratto da "Informare per Resistere)

martedì 28 luglio 2009

L'impunito


Non c'è limite all'arroganza di questo governo, mancava solo un nuovo lodo: il lodo Bernardo.
Gli sforzi profusi dal nano per l'approvazione del lodo Alfano per mettersi al sicuro penalmente non lo tutelano però da azioni civili e amministrative.
Potrebbe per esempio essere richiesto dalla Corte dei Conti un "danno all'immagine dello Stato" per il comportamento di questo piccolo spermatozoo pazzo, e questo ovviamente al piccolo duce non va giù.
Ecco allora che un altro dei suoi adepti, il deputato Maurizio Bernanrdo, pone rimedio a questo grave oltraggio rivolto al suo padrone. Ovviamente guardandosi bene di conferire al provvedimento una quanto mai provvidenziale retroattività.

Ma dove andremo a finire se accettiamo nuovamente questo tipo di insulti alla nostra Democrazia???

sabato 25 luglio 2009

Governo Mafioso


E' ormai evidente che il governo del nano è schierato dalla parte dell'illegalità.
Secondo me non si spiegherebbe diversamente il fatto di permettere a chi ha sempre operato in modo illegale di rientrare i loro capitali sporchi nel "nostro paese".
In questi anni di regime sembrerà azzardato continuare a definire l'Italia "il nostro paese" ma credo che la definizione più appropriata debba essere "il Suo paese", dove ovviamente faccio riferimento al Cavaliere corrotto e corruttore non che, dall'evidenza dei fatti, colluso.
Imprenditori spregiudicati e disonesti che hanno spostato i loro tesori al di fuori dei confini italiani evadendo il fisco; criminali che hanno investito all'estero capitali sporchi e che oggi grazie al nano e alla sua cosca possono ripulire questi capitali.
Mi chiedo:
ma quale è il limite per svegliare i cittadini italiani?
Siamo tutti dei ladri o dei mafiosi contenti di avere un nostro affiliato come premier?
Onestamente resto sbalordito e profondamente deluso da questo atteggiamento totalmente distaccato e menefreghista di buona parte dei cittadini italiani, preoccupati quasi esclusivamente a coltivare il proprio orticello e incuranti che i loro figli mangino frutti avvelenati.
Sicuramente Falcone e Borsellino (cito solo i due giudici ma con pieno rispetto di tutti gli altri servitori dello Stato che hanno perso la loro vita in difesa di tutti noi) si rivolteranno nella tomba alla luce di questi provvedimenti e, secondo me, riconosceranno in questo scenario ciò che combattendo è probabilmente costato loro la vita, e cioè l'accordo fatto ed ora ufficiale tra parti dello stato e la mafia.
Reagiamo è la mia preghiera, facciamolo in tutte le sedi che reputiamo opportune, partecipiamo, parliamo, scriviamo ma in ogni caso anche nel nostro piccolo, indigniamoci e non calpestiamo quei valori universali che sono l'onestà e la legalità.

I terremotati pagano le tasse, gli evasori e i mafiosi NO



mercoledì 15 luglio 2009

Rete Libera

domenica 5 luglio 2009

Rispondi Nano!!!

martedì 30 giugno 2009

Caro Presidente Napolitano, stavolta NO!!


In queste ore mi ritrovo a riflettere sulle dichiarazioni fatte dal nostro Presidente della Repubblica riguardo l'invito rivolto alla classe politica e ai media, di mettere in atto una tregua alle polemiche che segnano questi ultimi periodi, dicendo che questo comportamento sarebbe quanto mai opportuno in previsione del delicato incontro del G8.

E' la prima volta, per quanto mi riguarda, che una dichiarazione del Presidente Napolitano, lede la mia dignità di cittadino della Repubblica Democratica Italiana.
Ritengo che l'art. 21 della Costituzione rappresenti (ovviamente insieme a tutti gli altri) un principio caposaldo della nostra Repubblica e di qualsiasi democrazia che si possa definire tale; oggettivamente (e di questo chiedo aiuto a chi più esperto di me) non capisco dove, nelle dichiarazioni del presidente questo trovi applicazione.
Vero è, che il Presidente ha solo fatto un invito... ma questo non cambia la sostanza delle affermazioni; non mi si dica che quello che conta è che la "forma" è stata comunque rispettata.
Mi domando perché questa volta il nostro Presidente si è fatto "tirare per la giacca".
Cosa gli ha fatto estendere il suo invito anche agli organi di informazione?
Lo scenario che si delinea in maniera sempre più definita nel nostro Paese riguardo il sistema di informazione mi spaventa.

A quale testata giornalistica si riferisce il Presidente visto che tutte ormai (tranne qualche eccezione) sono praticamente su un unica linea editoriale e cioè quella del padrone?
E poi con la stampa estera, in questo periodo molto più attenta di quella nostrana, come ci regoliamo? Allarghiamo il gioco del "silenzio" a tutti?
Giustissimo fare un appello ad informare oggettivamente sulla base dei fatti e non dare adito a distorsioni speculative dell'informazione (sicuramente il Presidente si riferiva a questo...), ma allora si sarebbe dovuto intervenire nei confronti specifici di chi trascura o manipola o distorce o soprattutto sposta l'attenzione a temi di "second'ordine" pur di non dare l'informazione nella sua completezza.
Permane in me il profondo rispetto delle Istituzioni e credo che proprio per amore di queste sia necessario porsi e porre molte domande a coloro che le rappresentano, al fine di fornire loro degli spunti di ragionamento, siano questi condivisibili o meno.
In conclusione considero questa situazione degna di attenzione e lo spunto che il Presidente ci offre in questo senso credo non debba essere sottovalutato.






lunedì 29 giugno 2009

Ai nuovi dirigenti di sinistra


"Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri
e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di
contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata."
(Enrico Berlinguer)

sabato 20 giugno 2009

E' un grande...



Non voglio in questa mia considerazione riprendere testualmente tutti gli spunti offerti dalla stampa e dai media in questi giorni riguardo i comportamenti dello psiconano, ma vorrei solo esporre un mio pensiero libero a tal riguardo.

Ritengo necessario partire da considerazioni molto semplici così da non potere essere spunto di manipolazioni da parte del regime.

Penso:

ma se io avessi tenuto comportamenti di questo genere dove e come sarei messo oggi?

Sicuramente sarei sputtanato a vita in qualsiasi ambiente a me vicino, ma più probabilmente sarei a rischio di galera.

E allora se questo è lo scenario che si prospetta per una persona “normale”,

cosa differenzia lo psiconano da me?

Che la risposta a questo dubbio amletico possa essere Ghedini???

Forse.

Molti lo penserebbero.

D’altro canto l’ammirazione che lo psiconano suscita nei suoi elettori o adepti che dir si voglia, è veramente cosa che giustificherebbe qualsiasi tipo di risposta.

Su FaceBook nascono gruppi che sostengono il cavaliere dicendo “Vai Silvio, trombatele tutte”. Fino qui può anche strami bene (la libertà di parola e pensiero vale per tutti e a prescindere dall’orientamento), ma che ci siano oltre 3000 iscritti in poche ore mi rammarica notevolmente;

se poi leggo i post inseriti e le “argomentazioni” (se cosi possono essere definite) riportate a sostegno dello psiconano, allora capisco che esistono sicuramente dei mondi paralleli…

Comunque un insegnamento emerge da queste vicende:

se le forze dell’ordine vi sorprendono mentre contrattate prestazioni sessuali ai bordi di qualche strada statale e vi redige un verbale con relativa sanzione amministrativa,

rispondete tranquillamente che voi siete solo “ L’UTILIZZATORE FINALE”, e state tranquilli che non ci saranno ripercussioni!

sabato 13 giugno 2009

RACCOLTA FIRME

Copio e incollo l'appello di "repubblica" per la raccolta firme, in riferimento alla SCHIFOSA E INCOSTITUZIONALE legge sulle intercettazioni, sperando che possa essere di stimolo a un approfondimento.
L'ennesima legge ad uso e consumo dello "psiconano" e della combriccola dei suoi amici.

I giornali hanno il dovere di informare

I cittadini hanno il diritto di sapere

Firma l'appello di Repubblica

I giornali hanno il dovere di informare perché i cittadini hanno il diritto di conoscere e di sapere. La nuova legge sulle intercettazioni telefoniche è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa e la possibilità di informare i cittadini. Per questo va fermata.


venerdì 12 giugno 2009

Parlamento Pulito

Una delle mie prime considerazioni politiche riguarda la proposta di di legge popolare (350.000 firme di cittadini italiani) presentata due anni fa al presidente del Senato Franco Marini e che vede come primo firmatario Beppe Grillo.
Due anni (18 mesi per essere precisi) e finalmente il primo firmatario è stato ricevuto dalla Commissione affari Costituzionali per illustrare la proposta.
Per chi non avesse conoscenza della stessa, questa è:
  1. Nessun condannato in Parlamento
  2. Limite di due legislature per ogni parlamentare
  3. Elezione nominale del candidato
Sorvolando sugli evidenti limiti mentali degli interlocutori istituzionali preposti allo studio e alla comprensione di un testo così "complesso"...
l'aspetto inaccettabile è come CAZZO hanno fatto a sbattersene della volontà di 350.000 cittadini italiani per così tanto tempo???

QUESTA NON E' DEMOCRAZIA!!!

Poi però per contro, in parlamento passa in tempo di record la legge che limita le intercettazioni e mette il bavaglio all'informazione.
O ancora nel nostro parlamento ci sono 20 condannati in via definitiva e prescritti come Andreotti, D'Alema e lo psiconano Berlusconi.

E' UN SOPRUSO

E' STATA VIOLATA LA COSTITUZIONE

...ma in fondo la Costituzione viene usata per arrotolarci il tabacco ed anche questo per i nostri politici è comunque segno di libertà e democrazia. Come contraddirli pensandoci bene.

Ma in effetti la colpa non è loro, E' NOSTRA!!!
Il regime e l'informazione del regime ci ha talmente rincoglionito che al tg ci propone la ricetta del "cus cus pesto e melanzane" piuttosto che passarci queste informazioni... "sai forse è meglio così altrimenti qualcuno potrebbe incazzarsi o capire che li stiamo prendendo per il culo (questo è in fondo quello che pensano).




Il mio Impegno

Da troppo tempo, impigrito e impoverito dal susseguirsi dei problemi che quotidianamente si presentano a bussare alla porta di casa, sono restato indifferente (o quasi) a cercare di capire e comprendere quello che accadeva intorno a me, tra glia amici, il quartiere, la città, la nazione, l'Europa il mondo.
E' sorprendente con che semplicità si antepone il proprio essere (o per meglio dire il benessere) a quello di tutti gli altri, come se fosse possibile che questo possa avvenire.
Il senso civico, il bene comune, il sociale, credere nella giustizia e comportarsi di conseguenza sono valori Universali che consentono di creare le condizioni per vivere meglio tutti.
Stavo correndo il rischio (inaudito) di disperdere quel grande patrimonio di valori e insegnamenti che la mia famiglia mi ha lasciato in eredità, e soprattutto, di non potere trasmettere tutto ciò ai miei figli.
NO SAREBBE UNA COSA MOSTRUOSA!!!
Da questa considerazione (che vi assicuro non mi ha fatto dormire in preda agli incubi per molto tempo), ho deciso di cominciare, nel mio piccolo, a comunicare al mondo (o almeno a quelli che vorranno ascoltare...) il mio pensiero su tutto ciò che mi circonda e che mi sta a cuore.
L'impostazione da dare al Blog onestamente ancora non mi è chiara in ogni dettaglio, ma prenderà forma col tempo.
Alla base però, di ogni mia futura considerazione, esiste un concetto fondamentale che mi sta particolarmente a cuore e cioè quello di credere profondamente (e per questo lotterò e mi impegnerò) in una INFORMAZIONE LIBERA, NON ASSERVITA AI PARTITI E AL REGIME.