Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)

domenica 27 dicembre 2009

Brunetta è pazzesco!


(da Sansonetti's Blog)

Il ministro Brunetta, che è il più amato dagli italiani (infatti i colleghi del governo lo chiamano "Lorella", come la Cuccarini), oggi (ieri ndr) ha dichiarato che ci sono dei rallentamenti nel peggioramento della crisi economica, e questo lo soddisfa. E se poi ci saranno dei peggioramenti nel rallentamento del peggioramento? Oppure dei miglioramenti del rallentamento che poi sono un peggioramento del peggioramento? Oppure un peggioramento del rallentamento del miglioramento? Pazzesco!...

domenica 13 dicembre 2009

Articolo 54



Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzionee le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di ademplierle con disciplina e onore.

Costituzione della Repubblica Italiana, art. 54


Hai Capito Nano???

martedì 8 dicembre 2009

Stampa estera - Financial Time



"E' prematuro dire se Berlusconi sia davvero spacciato, di certo sta pattinando su un ghiaccio sottile. La realtà è che il suo governo sta ormai passando più tempo a occuparsi dei problemi del premier che di quelli del paese".

Financial Time

lunedì 7 dicembre 2009

PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. È una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO



Firmate l'appello

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117

domenica 6 dicembre 2009

“Sosteniamo Antonio Tabucchi” - Firma l’appello di Le Monde

Gli intellettuali a fianco dello scrittore querelato da Schifani

Il 19 novembre il quotidiano francese “Le Monde” ha pubblicato il testo dell’appello lanciato dall’editore Gallimard per Antonio Tabucchi. La pubblicazione, prevista per lunedì scorso, è stata ritardata a causa delle numerosissime firme che giungevano da vari paesi a sostegno di uno degli scrittori italiani più noti e stimati nel mondo.
Pubblichiamo in italiano l'appello di "Le Monde" e tutte le firme finora raccolte, aprendo il nostro sito alle adesioni in Italia.

da "Le Monde", 19 novembre 2009

Le democrazie vive hanno bisogno di individui liberi. Di individui coraggiosi, indipendenti, indisciplinati, che osino, che provochino, che disturbino. È così per quegli scrittori per cui la libertà di penna è indissociabile dall’idea stessa di democrazia. Da Voltaire e Victor Hugo a Camus e Sartre, passando per Zola e Mauriac, la Francia e le sue libertà sanno quanto tali libertà debbono al libero esercizio del diritto di osservare e del dovere di dare l’allarme di fronte all’opacità, le menzogne e le imposture di ogni tipo di potere. E l’Europa democratica, da quando è in costruzione, non ha mai cessato di irrobustire la libertà degli scrittori contro ogni abuso di potere e le ragioni di Stato.

Ma ora accade che in Italia questa libertà sia messa in pericolo dall’attacco smisurato di cui è oggetto Antonio Tabucchi. Il presidente del Senato italiano, Riccardo Schifani, pretende da lui in tribunale l’esorbitante somma di 1 milione e 300 mila Euro per un articolo pubblicato su “l’Unità”, giornale che, si noti, non è stato querelato. Il “reato” di Antonio Tabucchi è aver interpellato il senatore Schifani, personaggio di spicco del potere berlusconiano, sul suo passato, sui suoi rapporti di affari e sulle sue dubbie frequentazioni – questioni sulle quali costui è riluttante a dare spiegazioni. Porre domande sul percorso, la carriera e la biografia degli alti responsabili delle nostre istituzioni appartiene al necessario dovere di interrogare e alle legittime curiosità della vita democratica.

Per la precisa scelta del bersaglio (uno scrittore che non ha mai rinunciato a esercitare la propria libertà) e per la somma richiesta (una cifra astronomica per un articolo di giornale), l’obiettivo evidente è l’intimidazione di una coscienza critica e, attraverso tale intimidazione, far tacere tutti gli altri. Dalle recenti incriminazioni contro la stampa dell’opposizione, fino a questo processo intentato a uno scrittore europeo, non possiamo restare indifferenti e passivi di fronte all’offensiva dell’attuale potere italiano contro la libertà di opinione, di critica e di interrogazione. Per questo testimoniamo la nostra solidarietà a Antonio Tabucchi e vi chiediamo di unirvi a noi firmando massicciamente questo appello.

http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391119