Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)

sabato 24 maggio 2014

Renzi, sciacquati la bocca quando parli di Berlinguer

di Andrea Scanzi, da ilfattoquotidiano.it, 23 maggio 2014


Enrico Berlinguer è irripetibile. Non può avere eredi politici e con lui è morta la sinistra italiana.

E’ un uomo che ha amato così tanto la politica da preferire, in quel maledetto comizio di Padova, l’amore per la sua gente alla salute personale. E’ morto per loro, si è sacrificato per loro. Se Beppe Grillo si fosse paragonato a lui, la sua stessa gente lo avrebbe lapidato. E avrebbe fatto bene a lapidarlo. Ma ovviamente non lo ha fatto: ha semplicemente detto, citando l’ex responsabile berlingueriano Pci alla Giustizia Giuseppe Zupo, che il tema della “questione morale” è ormai caro soltanto al Movimento 5 Stelle.

Non è neanche un’opinione: è un dato di fatto, che chiunque ha un minimo di onestà intellettuale non può non riconoscere. Se non ci fosse M5S in Parlamento, col cavolo che Berlusconi sarebbe decaduto da senatore col voto palese. Se non ci fosse M5S in Parlamento, col cavolo che avrebbero votato l’arresto del noto statista Genovese. E invece devo sopportare i deliri sputacchianti del sempre più gonfio (di adipe e nulla) Matteo Moccia Renzi, che ha pure il coraggio di ergersi a erede di Berlinguer: “Sciacquatevi la bocca prima di parlare di lui”. Berlinguer non ha né avrà eredi politici, né grillini né piddini, ma un po’ di verità storica farebbe bene a tutti.
Dopo la sua morte, Berlinguer è stato pressoché dimenticato proprio dal centrosinistra italiano, anzitutto per ciò che attiene al tema della questione morale. Era una vicenda troppo spinosa, e del resto anche allora c’era chi riteneva le sue analisi “supponenti” o peggio “razziste”. Prima del (bel) film di Veltroni, nessuno tra i leader amava ricordarlo: troppo imbarazzante. E adesso che lo citano, quegli stessi leader amano ricordarlo a loro uso e consumo, come fosse un santino da esibire in campagna elettorale. Dovete essere voi, anzitutto voi, a sciacquarvi la bocca quando parlate di Berlinguer. Voi, anzitutto voi che scegliete Gentile e Del Basso De Caro come sottosegretari di Governo. E Bubbico, e la Barracciu. Voi che candidate i Fassino e Chiamparino, col loro seguito di Greganti e Quagliotti. Voi che, fatalmente, non potete non piacere persino a Schettino, altro testimonial fresco e nobilissimo del renzismo.

Voi che candidate Fiandaca, negazionista caricaturale della trattativa Stato-mafia. Voi che da vent’anni reggete il moccolo a Berlusconi. Voi che, coi pregiudicati e i piduisti, ci governate pure. Voi che il pensiero Berlinguer lo avete ammazzato almeno altre due o tremila volte. Se fosse vivo, e vi vedesse così ilari fianco a fianco con Berlusconi e Alfano; se vi vedesse così vuoti di idee e morale, tra una Picierno – al cui confronto Gasparri è Socrate – con la sua mascella querula inutilmente volitiva e una Karina Huff Boschi satura di niente; se vedesse come avete ridotto la sinistra in Italia, con le vostre riforme istituzionali malamente presidenzialiste e la vostra scaltrezza furbina da paninari cresciuti poco e male: se vedesse tutto questo, cari Renzi e derivati, come minimo Enrico Berlinguer vi sputerebbe in faccia. Dimenticando per una volta la sua educazione sconfinata. E non dimenticando che, tra coloro che più lo crocifissero per la “questione morale”, c’era proprio Giorgio Napolitano. L’intoccabile e innominabile. Il comunista di destra.

Il peggiore Presidente della Repubblica possibile. Il Reuccio che tutto comanda e tutto muove, tutto decide e tutto tiene.

(23 maggio 2014)

giovedì 22 maggio 2014

Questione morale, l’ex responsabile giustizia del Pci: “Il M5S è l’erede di Berlinguer”

Intervista a Giuseppe Zupo, a cura di MicroMega

 “A miei tempi l’onestà era un dna che andava preservato accuratamente, oggi è un optional fastidioso. Il pensiero di Berlinguer è attualissimo e l’unico erede della questione morale è il Movimento 5 Stelle”. E Renzi? “E’ il nulla e sul niente c’è poco da dire”. Mentre Vendola? “Sull’Ilva di Taranto ha fatto uno scivolone terribile e avrebbe dovuto trarne immediatamente le conseguenze, non si ride con i padroni che hanno inquinato una città e prodotto morti su morti”. A parlare né Grillo né altro attivista pentastellato ma l’avvocato Giuseppe Zupo, 73 anni, responsabile nazionale giustizia del Pci ai tempi di Berlinguer e del caso Moro.

Avvocato, Lei è stato dirigente ai tempi del Partito comunista di Berlinguer. Alla luce di questa esperienza come valuta i recenti casi - per l’ultimo l’Expo - di corruzione nella politica italiana?
Allora la corruzione non aveva il peso devastante che ha assunto negli anni successivi, il maggior problema da fronteggiare per noi era quel terrorismo che generava danni e apprensione. Serpeggiava grande tensione per la risposta dei partiti alle richieste sociali: il terrorismo trovava terreno fertile tra l’insoddisfazione dei giovani e delle masse popolari. E quindi il Pci di Berlinguer si è preoccupato di riguadagnare la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato, da qui la questione morale e l’intransigenza sull’onestà delle Istituzioni.

Il Berlinguer della questione morale lo considera ancora attuale o superato?
E’ attualissimo. La questione morale non era ascrivibile solamente al “non rubare”, era la concezione che lo Stato e le istituzioni democratiche fossero un bene pubblico e quindi da preservare con attenzione essendo di proprietà di una comunità, frutto di sforzi di generazioni che nel passato hanno costruito le fondamenta per quelle future.
Ciò ispirava Berlinguer e il Pci: la questione morale era figlia di una grande tradizione liberale – che proviene dalla Rivoluzione francese, almeno prima che degenerasse – non relegabile al campo della sinistra ma a chiunque amasse lo Stato e le istituzioni democratiche. Come Berlinguer anche Natta, suo ultimo segretario di fiducia, si batté per tali principi. Lui fu defenestrato, mentre era in ospedale, dai vari D’Alema, Occhetto e Veltroni: lo dichiararono dimissionario – mentre era un falso - e lui apprese dal giornale radio di non essere più segretario del Pci. Prima di morire, nel 2001, ha rilasciato una bellissima intervista all’Unità in cui ha ricostruito quelle concitate giornate e si diceva preoccupato dalla degenerazione che si era creata con Occhetto.

Tra le forze politiche organizzate di oggi, vede qualcosa che abbia preso il testimone di Berlinguer sulla questione morale?
Lo so, farò inorridire i miei compagni di una volta. Sono comunista semel semper berlingueriano e dopo il Pci non mi sono iscritto a nessun partito perché nessuno ha portato più avanti quei valori. Ora vedo nel M5S l’unico possibile erede. Ho votato il movimento alle ultime elezioni nazionali e – pur non essendo un uomo ricco – l’ho finanziato. Sono andato al comizio di San Giovanni a Roma, prima del voto, e sono rimasto colpito dall’enorme partecipazione e dalla composizione della piazza: cittadini, lavoratori, giovani. La rappresentanza come servizio nelle istituzioni, a termine, per poi ritornare al proprio status di prima. Senza fortune politiche come avviene per gli altri partiti. I parlamentari 5 stelle sono persone normalissime: casalinghe, ingegneri, impiegati, gente dalla porta accanto, non arruffoni di soldi e poltrone. Per questo sono del M5S e tornerò a votarlo. Dall’altra parte abbiamo quel Pd che, tra l’incostituzionale Porcellum e la nuova legge elettorale, ha abrogato le preferenze togliendo alle persone il diritto di poter selezionare la propria classe dirigente. Il nominare loro i parlamentari è solo l’ennesimo atto di autoreferenzialità di una politica ormai lontana dai cittadini.

Qualcuno le potrebbe fare l’obiezione che nella sinistra ci sono ancora personaggi come Renzi, Civati, Vendola… Lei come risponderebbe?
Berlinguer riteneva che Occhetto fosse solo un venditore di slogan e non un costruttore di politiche. Io penso lo stesso del premier Matteo Renzi, non aggiungo altro perché per me rappresenta il nulla e sul nulla c’è poco da dilungarsi. Civati è una persona simpatica ed educata ma è compatibile al sistema, ogni volta è lì lì per rompere e poi rientra nei ranghi: voto il M5S perché voglio una forza capace di ribaltare il tavolo su cui questi signori consumano la politica e non qualcuno che cambi loro le stoviglie. Per quanto riguarda Vendola… Sull’Ilva di Taranto ha fatto uno scivolone terribile e avrebbe dovuto trarne immediatamente le conseguenze, non si ride con i padroni che hanno inquinato una città e prodotto morti su morti.

Mi scusi, una curiosità. Negli anni ’90 prima del M5S cosa votava?
Per i Comunisti italiani. Non ho mai votato né il Pds né il Pd. Poi ho smesso di sostenere anche il Pdci perché oltre a testimonianze simpatiche e colorate ci vuole ben altro.

E così l’infatuazione per il M5S…
Al M5S sono stati tesi dei trabocchetti e sorprese, come da Bersani, e i neoparlamentari hanno commesso degli errori per inesperienza e ingenuità, invece il movimento va sostenuto e fatto crescere. Il Pd ha disperso un immenso patrimonio, quello del Pci. Come diceva Natta, non hanno tenuto conto che eravamo il punto di arrivo di una particolarità storica, significativa ed apprezzata a livello internazionale: un partito socialdemocratico, sul modello scandinavo, che aveva con sé la classe operaia. E penso che tutto ciò non deve essere per forza perduto, il M5S è un’occasione. In Europa il malcontento si sta riversando verso partiti reazionari, fascisti o addirittura neonazisti mente qui da noi prende le sembianze del M5S che è invece antifascista, democratico e progressista. Basta osservare come Grillo ha replicato al corteggiamento di Marine Le Pen. Questa specificità del M5S andava compresa e sostenuta e non osteggiata come fatto dal Pd. Anche le istituzioni che continuano ad accusare il movimento di populismo sbagliano in maniera grossolana.

(15 maggio 2014)


fonte: http://temi.repubblica.it/micromega-online/questione-morale-l%E2%80%99ex-responsabile-giustizia-del-pci-%E2%80%9Cil-m5s-e-l%E2%80%99erede-di-berlinguer%E2%80%9D/


lunedì 10 marzo 2014

B.C.


sabato 15 febbraio 2014

Paradossi


domenica 19 gennaio 2014