Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)

venerdì 23 ottobre 2009

Stampa Estera - The Economist



Senza giudizio.

Dopo la sentenza della corte costituzionale che boccia il
lodo Alfano Silvio Berlusconi è andato su tutte le furie.
Ma ora, sbollita la rabbia, sta cercando di recuperare lo
svantaggio. E ha dichiarato che bisogna prendere il toro
per le corna e riformare la costituzione. Sono due le
ragioni per cui vorrebbe intervenire sulla carta
costituzionale: recuperare l'immunità dai processi ed
estendere l'influenza dell'esecutivo sulla magistratura.

The Economist, Gran Bretagna

mercoledì 14 ottobre 2009

I nuovi comunisti


Riprendo integralmente un articolo di Famiglia Cristiana. consapevole che anche in questo caso il premier "tuonerà" al complotto comunista.

Famiglia Cristiana: Il Cavaliere contro tutti e al di sopra di tutto

di Beppe Del Colle, da Famiglia Cristiana, 18 ottobre 2009

Fra le due più notevoli notizie della scorsa settimana, una ha avuto il massimo di esposizione sui media: la bocciatura del "lodo Alfano" da parte della Corte costituzionale; l’altra è stata pubblicata in qualche pagina interna, o del tutto ignorata dai Tg: tre milioni di persone vivono in Italia sotto la soglia di povertà alimentare, fissata fra i 233 e i 252 euro al mese di spesa per comprarsi da mangiare al Nord, fra i 207 e i 233 al Centro e tra i 196 e i 207 al Sud.

La differenza fra la diffusione delle due notizie si spiega fin troppo facilmente. La prima offriva ai giornalisti e ai politici l’ennesima occasione per schierarsi pro o contro Berlusconi. La seconda induceva a ricordarsi che in Italia ci sono migliaia di persone che ogni giorno perdono il posto di lavoro (il che costituisce nel 60 per cento dei casi la ragione principale della caduta sotto la soglia della povertà alimentare, soprattutto fra le famiglie con tre o più figli) e molto probabilmente non leggono giornali. Perché parlarne?

Così il Cavaliere è stato ancora una volta al centro di tutto, e lo sarà quasi certamente almeno fino al termine della presente legislatura perché, come egli stesso ripete a ogni occasione, è "l’eletto del popolo", e ciò gli consente l’intangibilità concreta totale, checché si dica alla Consulta, nei tribunali, in Parlamento, sui giornali. Si tratta di un principio ignoto in una qualsiasi democrazia liberale dalla fine delle monarchie assolute, ma ribadito ogni giorno all’opinione pubblica italiana.

La bocciatura del "lodo Alfano" è stata commentata dai sostenitori di Berlusconi come il frutto di una "presa in giro", di un "inganno comunista", di una contraddizione con la precedente sentenza della stessa Corte a proposito del "lodo Schifani", la sospensione dei procedimenti giudiziari in corso nei confronti delle maggiori cariche istituzionali.

La contraddizione consisterebbe nella presenza, nel giudizio di incostituzionalità per il "lodo Alfano", dell’articolo 138 della Costituzione, che mancava invece in quella per il "lodo Schifani" (in quell’articolo si afferma che per modificare la Carta è necessaria una maggioranza qualificata in Parlamento). I difensori della decisione attuale della Consulta hanno fatto notare che anche l’altra volta l’articolo 138 era implicito, anzi assorbito come "ogni altro profilo di illegittimità costituzionale" in quello disegnato nell’articolo 3 – citato in entrambe le sentenze –, in virtù del quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Come che sia, nulla ha impedito a Berlusconi di rispondere con estrema decisione, in tutti i toni (anche la volgarità contro Rosy Bindi) non solo ai critici interni, ma anche alla stampa straniera, e infine contro il presidente della Repubblica.

Il premier è stato polemico con tutti e tre i capi dello Stato con i quali ha avuto a che fare: Scalfaro, Ciampi e Napolitano, che sintetizzano le tre culture politiche alla base della Costituzione del 1948, cattolico-democristiana, laica-liberalerepubblicana e socialcomunista.

Di quale cultura politica sia sintesi Silvio Berlusconi non è facile capire: dai progetti di riforma che va annunciando si può intravedere qualche forma inedita di presidenzialismo plebiscitario indenne da censure istituzionali. A cominciare dalla Giustizia.

lunedì 12 ottobre 2009

Stampa Estera - Le Monde





Berlusconi vuole indebolire lo stato per salvarsi

In sei mesi Silvio Berlusconi ha subìto tre sconfitte. La
prima riguarda la sua immagine di statista, rovinata dal
fatto di essere stato beccato con una diciottenne o con
delle prostitute. La seconda riguarda il suo portafoglio,
dopo la condanna a un risarcimento di 750 milioni di euro
nel processo Mondadori. La terza riguarda il suo futuro
giudiziario. Dopo la sentenza della Corte costituzionale,
Berlusconi si prepara, con il suo stuolo di avvocati, a
prendere tempo finché i reati che gli si imputano non
cadranno in prescrizione. Ma il prezzo della sua
sopravvivenza è molto alto. Per le istituzioni, lo stato,
la costituzione e la democrazia italiana.

Le Monde, Francia

venerdì 9 ottobre 2009

Stampa Estera - La Libre Belgique



Sotto tiro a Bruxelles.

"Alcuni valori vanno difesi al di là degli interessi delle
singole nazioni". Con queste parole il belga Guy
Verhofstadt è intervenuto al parlamento europeo per
difendere la libertà d'informazione, messa in pericolo in
Italia dal premier Silvio Berlusconi. L'8 ottobre gli
eurodeputati, riuniti a Bruxelles, hanno partecipato a un
dibattito vivace sulla concentrazione dei mezzi
d'informazione in Italia e sulla figura di Berlusconi.
Socialisti, verdi e liberali pensano che l'Unione europea
dovrebbe reagire, emanando una direttiva sulla
concentrazione dei mezzi d'informazione.

La Libre Belgique, Belgio

mercoledì 7 ottobre 2009

Stampa Estera - Financial Times (GB)



"Le accuse di corruzione possono anche non avere immediate conseguenze legali per Berlusconi ma danno la sensazione di un premier sotto assedio, protetto solo dalla sua influenza sui media, dalla sua ricchezza personale e dall'immunità giudiziaria."

Financial Times

martedì 6 ottobre 2009

VERGOGNA!!!



Sono perplesso e deluso dal comportamento dei nostri dirigenti di partito (PD) e parlamentari a seguito dello scandaloso comportamento da loro tenuto in fase di votazione sull'incostituzionalità dello scudo fiscale.
Non è questo l'esempio da dare!
... bravi a predicare contro Dipietro e Grillo ma state attenti che da loro dovreste imparare forse più di quello che credete!

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

giovedì 1 ottobre 2009

Stampa Estera - The Economist



«Libertà di stampa in pericolo»

«È dai tempi di Mussolini che non si aveva un governo italiano che interferisse con i media in maniera così lampante e allarmante. I giornalisti, e gli altri italiani, hanno ogni motivo per protestare».

L'Economist dedica alla situazione dell'informazione in Italia un articolo in cui si ripercorre la cronaca degli ultimi mesi, dalle richieste di risarcimento avanzate dal premier Silvio Berlusconi a «l'Unità» e a «Repubblica», fino al caso 'AnnoZero' e alla manifestazione per la libertà di stampa indetta per sabato 3 ottobre.

I giudizi del settimanale britannico sono particolarmente severi: l'Italia di Silvio Berlusconi si sta allontanando dall'Europa occidentale per somigliare alle più deboli democrazie dell'est. Poi, la manifestazione del 3 ottobre è stata indetta per difendere la libertà dei media non da una lontana dittatura, ma proprio in Italia. E, ancora, le 'ordinanze' di Berlusconi sembrano parte di un progetto per spazzare via le ultime enclavi ribelli rimaste in Italia.