Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)

lunedì 21 settembre 2009

Il razzismo dilagante e i nuovi "cattivi maestri" in camicia verde




È pericoloso trascurare le notizie che invitano alla riflessione. Nell'ultima settimana: un gruppo di leghisti in eccitazione etilica post raduno padano aggredisce vigliaccamente un albanese, colpevole di fare il suo dignitoso lavoro, di pagare tasse e contributi. Un paziente ricoverato in ospedale, sia pure con la scusante di una alterazione da farmaci o da stress per una dolorosa degenza, insulta l'infermiera di colore (bravissima) al grido “Ha ragione Bossi, dovete andarvene tutti a casa vostra” Un parroco del cittadellese, redarguito dalla Lega per aver criticato la disumanità dei provvedimenti di respingimento in mare fa presente che non può tacere di fronte al fatto che bambini dicano in classe: “Bisognaria coparli tutti, negri bastardi”. Sentono a casa, e ripetono.

Chi è a contatto con il mondo della scuola sa che in certe zone del Veneto purtroppo queste affermazioni non sono un'eccezione. A proposito: che si ponga un limite alla presenza di stranieri nelle classi va bene: occorre che la comunità educativa sia equilibrata e sostenibile. Ma il Ministro Gelmini dovrà capire che per raggiungere questo giusto obiettivo occorrono classi meno numerose e più insegnanti, esattamente il contrario di ciò che sta facendo, a meno che non si pensi di privare del diritto allo studio, garantito dalla Costituzione, bambini che hanno la sola colpa di non essere nati in Italia o di essere nati in Italia da genitori stranieri.

Per carità; i dirigenti della Lega hanno preso le distanze dagli episodi che ho richiamato (e molti altri potrebbero essere ricordati). È un passo in avanti, perchè in passato erano magari dirigenti della Lega a insultare il prossimo. Tuttavia la responsabilità c'è tutta: si eccitano paure, si invita al disprezzo del diverso, si indicano nemici, si vuol fare pulizia... Tutte cose che fanno prendere voti (oggi) ma che preparano il terreno a sentimenti xenofobi, a scontri etnici, ad una frattura gravissima della società veneta. Esattamente come i “cattivi maestri” del '68: parlavano, teorizzavano, poi qualcuno li ha presi sul serio e hanno pagato in tanti: operai, magistrati, uomini delle forze dell'ordine, giornalisti... Giovani che hanno rovinato la propria vita, oltre a quella del prossimo.

Ci pensino i leghisti, proprio per le responsabilità che una parte di elettori hanno loro affidato.

Uno dei fattori dell'incredibile successo veneto è stata la presenza di una forte tenuta sociale delle comunità, di un diffuso sentimento di solidarietà, del buon funzionamento di reti di integrazione. Se viene meno questa risorsa comunitaria il Veneto arretra, affonda in paure e rancori che ci separano dal futuro.

Sappiamo bene che non ci sono solo i problemi della sicurezza in senso proprio; esiste un disagio che nasce dal degrado delle comunità che si accompagna ad una immigrazione disordinata, che entra in competizione con le aspettative di cittadini italiani, perchè è inadeguata la crescita di adeguati servizi sociali e delle necessarie infrastrutture. Un disagio che nasce semplicemente dalla difficoltà di convivere con culture ed abitudini diverse.

Tuttavia Zanonato ha dimostrato (e con lui tanti altri sindaci non solo di centrosinistra) che si può essere rigorosissimi nel pretendere il rispetto delle leggi e del decoro urbano senza per questo dimenticare i diritti di tutti e il rispetto per chi viene a lavorare in Italia. Ha vinto pur avendo sostenuto l'impopolare concetto che il diritto ha professare la propria fede è un diritto che va garantito, anche se la parola “moschea” suscita diffidenze e timori in molti cittadini.

Pensiamo con lungimiranza al nostro futuro: predicare odio e rancore prepara una società conflittuale in cui si spegne la ragione. E a pagare sarebbero sempre i più poveri e i più deboli, indipendentemente dalla nazionalità e dal colore della pelle.

* senatore e segretario del Pd veneto

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